Invertebrati dei prati secchi, di brughiera e delle osai xerotermiche
Descrizione dell’habitat
Si tratta globalmente di ecosistemi caratterizzati da un elevato grado di xerotermia che si traduce in una buona esposizione al sole e una elevata aridità del suolo dovuta al substrato sul quale sono collocati. I più ricchi in biodiversità sono i prati secchi (o prati magri) in ragione della loro elevatissima diversità floristica che deriva della mancanza di concimazione. Le brughiere, al contrario, sono ecosistemi semplici, con poche specie ma assai diversi dal contesto che le circonda, quindi peculiari. Le oasi xerotermiche sono ecosistemi non omogenei dal punto di vista vegetazionale ma sviluppati in aree fortemente esposte al sole, su substrati aridi o rocciosi esposti a sud, che spesso includono specie floristiche mediterranee, risultando sempre inserite in contesti ambientali completamente diversi (da cui il termine “oasi”).
Prato loc. Augueglio. Foto A. Ferrario
La cenosi
Risulta alquanto imbarazzante dover descrivere in poche righe una cenosi così complessa e variegata, e quindi verranno qui ricordati solo gli invertebrati più rappresentativi. Le farfalle diurne prosperano nei prati secchi, in particolare specie come Maculinea arion, legata al timo e ad alcune formiche, o Melanargia galathea legata a Bromus erectus, accompagnate da molti Coleotteri taluni dei quali predatori come Cicindela campestris o grandi carabi piuttosto xerofili come C. cancellatus o C. italicus, quest’ultimo endemico italiano. Tipiche di questi ambienti sono le Anisoplia, (A. bromicola e A. montana) piccoli coleotteri scarabeidi a elitre gialle e nere che vivono a spese delle radici delle graminacee. Sul terreno si muovono Coleotteri Tenebrionidi, i più adattati all’aridità con il genere Dendarus e Asida. Simili alle farfalle sono invece i Neurotteri del genere Ascalaphus, forti volatori con ali gialle. Moltissimi sono gli ortotteri Celiferi che sono poi i veri signori di questi ecosistemi, con specie assai xerofile come Phsophus stridulus, un piccolo diavolo nero con ali rosse che stride quando vola oppure le frequentissime Oedipoda presenti con O. coerulescens e O. germanica, quest’ultima con ali rosse mentre la precedente mostra in volo ali blu. Frequente è anche la Mantide Mantis europea, mentre assai più rara è Saga pedo gigantesca cavalletta predatrice, tutelata dalla LR 10/2008. Nelle brughiere dell’alta pianura vivono specie quali il Licenide Maculinea alcon, il cui bruco vive negli stadi iniziali su Gentiana pneumonanthe e in seguito nei formicai di formiche del genere Myrmica. In questi ambienti troviamo anche le Locuste (Locusta migratoria) o altri ortotteri appartenenti a specie decisamente mediterranee come Acrida mediterranea o grandi ragni quali Lycosa radiata, insieme con il suo persecutore, il grosso Imenottero Pompilide Anoplius viaticus che paralizza i ragni adulti pungendoli e deponendovi le proprie uova. Le oasi xerotermiche spesso comprendono parte degli ecosistemi sopra descritti ospitando specie invertebrate relitte di epoche più calde, oggi mediterranee.
Acrida mediterranea. Foto D. Baratelli | Cicindela campestris. Foto D. Baratelli |
Locusta migratoria. Foto D. Baratelli | Melanargia galathea. Foto D. Baratelli |
La tutela
La tutela degli invertebrati dei prati secchi coincide con la corretta gestione di questi ecosistemi, che deve preservarli dalla colonizzazione da parte dei boschi, dai quali essi derivarono in epoche passate, tramite un singolo sfalcio in stagione estiva avanzata e un assoluto divieto di concimazione, pratica che li trasformerebbe in banali prati pingui. Le brughiere lombarde sono purtroppo incastonate tra aree industriali o aeroportuali, e attualmente si salvano solo quelle collocate in aree protette o paradossalmente ancora sottoposte a servitù militari. Inoltre queste ultime sono a rischio di colonizzazione da parte di specie arboree alloctone quali Prunus serotina che porta in breve alla scomparsa della brughiera. Per quanto concerne infine le aree xerotermiche, di tipologia quanto mai varia, sarebbe più che mai necessario censirle e sottoporle a vincolo ambientale.