Plecotteri planiziali: differenze tra le versioni
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e negli Efemerotteri sono invece presenti nel numero di tre. Da un punto di vista | e negli Efemerotteri sono invece presenti nel numero di tre. Da un punto di vista | ||
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Versione attuale delle 09:30, 31 gen 2011
Descrizione dell’habitat
Questa cenosi è propria di acque correnti, anche a forte velocità, poco soggette a repentine variazioni di temperatura. Per lo più si tratta delle aste dei nostri più grandi fiumi, quali il Ticino, l’Adda, l’Oglio e di pochi altri nonché dei loro affluenti planiziali, purché dotati di acque di elevata qualità. I tratti interessati sono soprattutto quelli con portate medie e acqua fortemente corrente su substrato ciottoloso, più o meno identificabili con le zone a temolo, così come vengono denominate nella zonizzazione classica dei fiumi.
Fiume Ticino. Foto D. Turri | Fiume Ticino. Foto D. Baratelli |
Le specie tipiche
I Plecotteri sono insetti che allo stadio adulto sono alati e terrestri, mentre allo stadio di ninfa vivono all’interno di acque correnti. Le loro ninfe, dotate di corpi molto appiattiti e di robuste zampe con forti unghioni, si riconoscono agevolmente da quelle degli Efemerotteri e dei Tricotteri, con le quali condividono parte dell’habitat, in quanto possiedono due inconfondibili filamenti che si dipartono dalla porzione caudale del loro corpo detti “cerci” che nei Tricotteri sono assenti e negli Efemerotteri sono invece presenti nel numero di tre. Da un punto di vista ecologico, i Plecotteri sono organismi che vivono nei loro stadi preimmaginali all’interno di acque correnti molto ossigenate e con temperature relativamente basse, essendo per queste caratteristiche, confinati per lo più nelle aree montane e collinari della nostra regione. Tuttavia alcune specie particolari vivono all’interno di corsi d’acqua planiziali purchè dotati di acque indenni da inquinamento, fortemente ossigenate e con temperature ancora relativamente basse. Le specie legate alle acque correnti planiziali, per le ragioni ricordate più sopra sono poche ed appartengono per lo più ai generi Perlodes, con grosse ninfe di colore giallo, Leuctra e Brachyptera che vivono all’interno del materasso ghiaioso che riveste il letto dei fiumi a corso veloce.
Perlodes sp. Foto D. Baratelli | Dinocras sp. Foto D. Baratelli |
La tutela
Va da sè che la tutela di queste cenosi è legata principalmente al mantenimento di una elevata qualità dell’acqua, pertanto anche la minima forma di inquinamento che porti ad una arricchimento in nutrienti delle acque dei corsi d’acqua, condurrà in breve alla scomparsa di questi taxa. Tuttavia altre forme di gestione dei fiumi comportano un danno a questi delicati organismi quali l’esagerato prelievo di acque per scopi irrigui e industriali che comporta forti diminuzioni di portata e conseguente riscaldamento delle acque, così come la costruzione di sbarramenti artificiali o di rampe che rallentando la velocità dell’acqua ne diminuiscono l’ossigenazione e la riscaldano portando ad una scomparsa di questi organismi. I recenti provvedimenti legislativi legati al rilascio del Deflusso Minimo Vitale (DMV) vanno nella direzione giusta, ma ancora molto resta da fare per evitare gli eccessivi prelievi di acqua dai nostri fiumi.